Moling Markus
Markus Moling
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1973 – nasce a La Valle
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1992 – diploma di maturitá presso l’Istituto d’Arte di Ortisei
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Dal 1995 é membro dell’ EPL (Associazione Artisti Ladini)
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1996 – diploma all’ “Accademia di Belle Arti di Brera” di Milano
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2004 – assunzione nel “Südtiroler Künstlerbund
- Artisticamente attivo dal 1996: I temi principali sono il mondo in cui noi viviamo, il ricordo conscio ed inconscio, ed i sentimenti che ne derivano. I mezzi usati principalmente sono la pittura ed il disegno, ma anche l’arte installativa, la scultura e la collaborazioni in ambito architettonico fanno parte del lavoro
- La sua attivitá artistica la svolge a Molini di Tures (Alto Adige)Mostre Personali
2015 – “Hin-ein-sehen”, Galleria Prisma, Bolzano
2014 – “Odüdes” Circolo artistico e culturale, Ortisei (Gardena)
2011 – Galleria della Comunitá Comprensoriale, Egna
2009/10 – Galleria-Hotel Teresa, San Vigilio di Marebbe
2009 – Buchladen am Rienztor, Brunico
2008 – “Quies” – Casa Ragen, Brunico
2007 – “Orizzonte 2” – Istituto Culturale Ladino, S. Martino in Badia
2006 – “Orizzonte”, Castel Sant’Angelo, Novacella
2004 – “Centro” – Art Studio De Bettin, Brunico
2002 – “Natura e Mistica” – Schlandersburg, Silandro
Partecipazione
2017 – “Mia Montagna”, mostra collettiva, Tublà da Nives, Selva di val Gardena
2017 – “Contrast”, mostra dell’associazione artisti EPL 2015, San Martino in Badia
2017 – “Selfportrait”, Galleria della Comunitá Comprensoriale, Egna
2017 – “Über alle Berge”, Galleria Markt (Bruckmühl), vicino Rosenheim
2016 – Premio Fritzi – Gerber, mostra dei finalisti, Galleria Nothburga, Innsbruck
2016 – Mostra per i 70 anni del SKB – “Giardini”, Palazzo vesc. di Bressanone
2015 – 50x50x50 – ART SÜDTIROL 2015, Forte di Fortezza (BZ)
2015 – “Confins”, mostra dell’associazione EPL 2015, San Martino in Badia
2015 – “H.Machhammer & M.Moling” – Galleria Nothburga, Innsbruck
2014 – “One Night IV” – Hotel Session, Lago di Braies
2013-14 – “Twilight”, LDX Artodrome Gallery, Malta
2013 – “50x50x50-ArtSüdtirol 2013”, Forte di Fortezza
2012 – “Natur und Leben”, LDX Artodrom Galerie, Berlino
2012 – “15×15”, Galleria della Com. Comprensoriale, Egna
2012 – “coletiva”, Galleria Prisma, Bolzano
2012 – ArtBeijing 2012 (LDX Artodrom Galerie Berlin), Pechino / Cina
2011 – “Tavella_Vittur_Moling”, Casa Ragen, Brunico
2011 – “50x50x50-ArtSüdtirol”, Forte di Fortezza
2009 – “50 agn EPL”, Istituto Cult. Lad., San Martino in Badia
2008 – Istituto Cult. Lad. (EPL), San Martino in Badia
2008 – Collaborazione con il S. K. alla KunStart 08, Bolzano
2005 – “Trasse”, Cadipietra
2004 – “Media”, Casa culturale, La Villa
2002 – “Ert y Natüra”, Val d‘ Ana, Ortisei
2002 – “grafica”, Istituto Cult. Lad., San Martino in Badia
2002 – Museuo Ladino, S. Martino in Badia
2000 – scuola vecchia, S. Vigilio
1998 – “Stanze”, Museo Civico, Chiusa
1997 – Istituto Culturale Ladino, San Martino in Badia
1996 – “Mistero, Mito, Persona, Avventura”, Circolo artistico, Ortisei
1995 – “Quali differenze”, Galleria Arcadia Nuova, Milano
1993 – B. Tavella, M. Moling, sala Raiffeisen, La Villa
Opere d'arte:
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Gacke Karolina
Karolina Gacke
è nata 1975 in Polonia e cresciuta in Nigeria. Dopo la laurea in “African Arts and Cultures” presso l’Università di Varsavia, Karolina ha iniziato a viaggiare per il mondo. Il suo ricco background culturale ha una forte impronta nell’espressione artistica.
Karolina Gacke attualmente vive e lavora a Bressanone (Alto Adige, Italia) e Bangkok (Tailandia).
Formazione scolastica
Seminari, workshop e residenze per gli ospiti in tutto il mondo con artisti come Andrej Wełmiński, Wolf Werdigier, Łukasz Stokłosa, Elsie Evans, Erik Batstra, Elzahn Nel, Leilani Franklin-Apted e altri.
Collezioni
Collezioni private in Italia, Stati Uniti, Germania, Austria, Inghilterra, Polonia e Tailandia.
Mostre personali e collettive:
- 2017- “10 – The Ten Commandments, Galerie Hofburg, Brixen (BZ), Italy
- 2017- “Open Exhibition”, Royal West Academy of Arts Bristol (GB)
- 2016- “Sabrina’s Landing”, Galerie Hofburg, Brixen (BZ), Italy
- 2016- “Sweet”, Galerie 90, Mühlbach (BZ), Italy
- 2016- “Summer Exhibition”, Royal Academy of Arts, London, England
- 2015- “Dance in Anticipation”, Borderline Gallery, Mae Sot, Thailand
- 2015- “Lukas Preis”, Mindelheimer Museum, Mindelheim, Germany
- 2011- Attic Studios, Bangkok, Thailand
opere d'arte:
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Figure da presepe napoletano
Figure presepe napoletano
Quella del presepe napoletano è una delle più conosciute e importanti tradizioni di scultura presepiale italiana. La tradizione del presepe, parola che significa mangiatoia, affonda le sue radici nelle prime rappresentazioni paloecristiane della Natività e dell’Epifania le cui fonti storiche risalgono ai Vangeli di Luca e Matteo.
Seppure si faccia risalire tradizionalmente l’invenzione del presepe alla figura di San Francesco, che lo avrebbe “inventato” nella Santa Notte di Greccio del 1223, è in realtà assodato che il presepe come rappresentazione scultorea della Natività e dell’Epifania non ha una data di “nascita” precisa ma si sarebbe bensì andato formando a partire da usi, tradizioni, costumi, addobbi, pitture e sacre rappresentazioni.
Nell’area napoletana vi fu un intensa produzione di statuaria presepiale dovuta all’elevata domanda di chiese e committenti spagnoli. Un particolare impulso alla plastica lignaria presepiale venne dato dall’arrivo di Pietro e Giovanni Alemanno, artisti originari dell’Italia del Nord. I due scultori lavorarono insiemi a numerosi collaboratori, realizzando presepi completi composti di numerose figure per un ampio numero di chiese locali.
Durante il Rinascimento ebbe grande sviluppo la scultura presepiale in marmo, di cui si ricorda in particolare il presepe di Antonio Rossellino (1475) nella chiesa di S.Anna dei Lombardi.
Al di là di questi precedenti illustri, la tradizione del presepe napoletano, così come è giunta fino ai nostri giorni, comincia a delinearsi intorno alla fine del ‘500, in pieno clima controriformistico. Fu infatti in questo periodo che Teatini, Francescano e Gesuiti favorirono la diffusione del presepe con lo scopo di alimentare la devozione e la fede popolare. Nasceva in questo modo il presepe barocco, detto anche presepe mobile perché veniva smontato e ricostruito di anno in anno.
Gradualmente le scene della Natività e dell’Epifania cominciarono ad arricchirsi di scene, figure e spunti laici che assecondavano i caratteri del barocco: spettacolarità, senso del movimento, tendenza al naturalismo.
Nel settecento a caratterizzare il presepe napoletano furono invece le istanze roccocò, in particolare l’opera buffa, il realismo, la moda e le spinte culturali del tempo. In particolare si notà un accentuarsi della teatralità, già elemento caratteristico del presepe napoletano barocco, dovuta all’introduzione del manichino di ferro e stoppa. Il ‘700 fu il secolo d’oro per l’arte del presepe napoletano, ma anche un periodo in cui la città di Napoli, ridiventata capitale di un Regno, si aprì alle influenze dell’Illuminismo conoscendo una fioritura economica e culturale di grande rilievo. In questo periodo il presepe si laicizzò completamente, arricchendosi di personaggi ed elementi che poco o nulla hanno a che fare con le Sacre Rappresentazioni.
Il Mistero cominciò a essere ambientato in una grotta arricchita dai resti in rovina di un tempio pagano e i personaggi presero a indossare i costumi delle province del Regno, in questo modo il presepe diventava una rappresentazione fedele della vita quotidiana, in cui alle miserie del popolo minuto si affiancavano il fasto e lo splendore della nobiltà. Nell’arte presepiale napoletana del settecento la rappresentazione del Mistero viene superata per giungere a una scena che mescola sacro e profano, ma anche epoche diverse, elementi esotici e simbolici di varia natura.
Quello napoletano del settecento è un presepe che lo storico Raffaello Cusa ha definito cortese, in opposizione al più antico presepe di chiesa.
Ai giorni nostri la tradizione del presepe napoletano, che continua a guardare al settecento come a un secolo d’oro, rivive ancora nelle botteghe di San Gregorio Armeno per mano di artisti, artigiani e hobbyisti abili e fantasiosi che continuano a solleticare l’interesse di collezionisti, appassionati, simpatizzanti e semplici amatori che di anno in anno rinnovano il rito antico di “andar per presepi”.
Opere d'arte:
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Piscopo Antonio
Antonio Piscopo
Nato l’ 11 novembre 1948 ad Arzano (Provincia di Napoli) formazione da elettrotecnico crea presepi dall’ infanzia autodidatta, dal 1993 lavora con la porcellana bisquit della manufattura di porcellane di Capodimonte nell’ 2003 dal Presidente Ciampi, viene nominato “ Maestro del lavoro”
“ Il candore del biscuit ben si addice alla spiritualità dell’ evento trattato e l’ assenza del corretivo del colore evidenzia la minuziosa cura dei particolari.”
“ Il lavoro artistico figurativo è rilevante per la lettura immediata dell’ opera, ma è anche simbolico per l’ uso dei segni religiosi, simboli, miti e allegorie che si rivelano dopo un’ analisi attenta, meditata e mediata.”
“ I simboli ricorrenti sono: la lucerna ( luce, fede), i segni eucaristici del pane e del vino ( nutrimento spirituale, redenzione) e l’ albero (del peccato e della vita).”
Opere d'arte:
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Sr. Caritas Müller
Sr. Caritas Müller
La sorella Caritas Müller, nato e cresciuto a Ennetbaden in Argovia / Svizzera
1958 – 1961 studi alla Scuola di Ceramica di Berna
1961 l’ingresso nel monastero domenicano a Cazis GR
1975 ripresa dei lavori in ceramica1984 – 2004 Membro della Ceramica svizzero
1984/85 Formazione Permanente presso la Scuola di Design di Berna
Studio del 1987 a Colonia
1988 Formazione Continua presso l’Accademia Estiva Internazionale di Belle Arti di Salisburgo (fusione in bronzo)
Dal 1983 mostra permanente presso il monastero di Cazis
Diverse mostre personali sia in patria che all’estero e partecipando a mostre comunità
Numerose opere in ceramica e bronzo per chiese, monasteri e privati nazionali ed esteri
Opere d'arte:
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Sgroi Antonio
Sgroi Antonio
L’artista Antonio Sgroi fin da giovanissimo ha sviluppato la sua naturale predisposizione per il disegno, approfondendo la conoscenza di Rembrandt per quanto riguarda l’incisione, e di Rodin per la scultura. Si ispira infatti al maestro francese nelle sue prime opere scultoree. Si diploma al Liceo Artistico di Bologna dopo aver frequentato, per un certo periodo, l’Istituto d’Arte di Modena. Nel 1987 riceve il diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sullo scultore modenese del Cinquecento Antonio Begarelli. Contemporaneamente affina la sua esperienza sulla lavorazione del marmo e delle argille in alcuni laboratori di scultura a Carrara, a Pietrasanta e a Faenza.
Opere d'arte:
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Omezzolli Guido
Omezzolli Guido
Guido Omezzolli nasce a Riva del Garda (TN) da una famiglia di giardinieri con la quale collabora fin dall’infanzia. Frequenta le scuole d’obbligo dopo le quali lavora presso una ditta di impianti telefonici, ma non era certo quello il suo mondo. Ben presto si rimette allo studio giungendo alla maturità magistrale a 23 anni come privatista. Proseguirà a lavorare nel vivaio alternando incarichi d’insegnamento alle scuole elementari e quale docente di religione c/o la locale scuola professionali alberghiera. Continua nel frattempo a studiare personalmente storia, arte ed archeologia e finirà col frequentare l’Accademia delle Belle Arti, corso di scenografia, a Viterbo prima ed a Firenze poi, laureandosi con lode nel ’84.
Sempre a Firenze negli stessi anni, consegue il diploma di restauro ceramica presso l’Istituto per il restauro “Palazzo Spinelli”. Da subito inizia a lavorare anche in questo campo. Rientrato a Riva negli anni seguenti alternerà il lavoro di giardiniere con l’insegnamento nelle scuole Medie e Superiori. Collaborerà con cantieri di scavi archeologici gestiti dalla Sovrintendenza Archeologica di Trento e fonda l’associazione “Amici del Museo” con lo scopo di affiancare l’attività del museo rivano con studi, ricerche e raccolta di reperti. Contemporaneamente si dedica alla creazione di ceramiche perfezionando con corsi e studi svariate tecniche.
Nell’88 si trasferisce a Pastoedo in Ville del Monte, Tenno, dove si ristruttura una antica torre medioevale e dove apre uno studio-atelier con la duplice attività: ricerca artistica nel campo ceramico e nel restauro. Apre una ditta di restauri che contemplerà non soltanto il recupero delle ceramiche antiche, ma anche di affreschi e pitture murali in genere in collaborazione con lo studio trentino della dott.ssa Mathà. Durante queste collaborazioni lavora in numerosi cantieri in importanti chiese, castelli e palazzi della regione. Singolarmente cura alcuni progetti di recupero di affreschi popolari finanziati dalla CEE nella valle del Vanoi, comune di Canal San Bovo e Valle di Non. Finito il restauro ne cura anche lo studio che è sfociato in varie pubblicazioni e più precisamente in alcuni cataloghi-guida, oltre alla progettazione di un “laboratorio-stanza del sacro” sempre nel Vanoi.
Contemporaneamente a questi impegni, continua a coltivare e sviluppare a piccoli passi la passione per la creazione di ceramiche artistiche. Partendo dalla tecnica tradizionale della maiolica per giungere intorno agli anni ’80 a conoscere la tecnica giapponese della ceramica raku. Questo genere di tecnica lo ha particolarmente colpito per i numerosi effetti antichizzanti e nello stesso tempo moderni; si è innamorato di questa tecnica perché non è statica ma bensì permette, senza cadere nel tradizionale, di poter ricercare e creare “nuovi effetti” lasciando quindi molto spazio all’inventiva per una crescita artistica sempre maggiore.
Nel ’96 chiude la ditta di restauro per dedicarsi totalmente alla ricerca tecnico-artistica col metodo raku e con i forni primitivi e tenendo corsi in collaborazione col Gruppo Arti Visive di Arco e presso la Casartisti di Tenno, l’Ecomuseo d’Orta (TO). Nel ’95 ha tenuto una sua prima mostra personale c/o lo studio della dott.ssa Mathà a Trento e nel ’99 c/o la Galleria civica rivana “G. Craffonara. Ha partecipato a numerose mostre collettive fra cui le Biennali di pittura e scultura “ARTISTI E AMBIENTE ALPINO” tenute nel ’97 e ’99 c/o la Casartisti di Tenno e Palazzo Trentini a Trento. Nel febbraio 2000 si ripropone con una peculiare mostra sul tema della “terra” in una personale sempre alla Galleria “G.Craffonara”, riscontrando un buon successo. Nel 2001 si presenta col tema “Acqua”, altro elemento della tecnica raku, presso Palazzo dei Panni ad Arco, ( in concomitanza con una mostra su “Luoghi ed usi dell’acqua nel territorio di Arco”), e nel 2002 c/o la Galleria il Transito (Arco) interpretando l’altro elemento del “Fuoco”. Nel 2003 ha allestito in una antica chiesa una mostra sul tema “Aria-spirito” con personale performance di apertura. Nel 2005 è stata la volta di una singolare mostra sul tema dell’albero inteso come elemento vivente da rispettare per far fronte ai problemi ecologici. Nel 2005 ha sviluppato una nuova tecnica che partendo dal raku di base, ha modificato utilizzando i forni primitivi arrivando ad ottenere notevoli effetti arcaici ingentiliti infine con l’aggiunta della foglia d’oro; ne è risultato un effetto che dona alle opere un senso archeologico di mistero. Con questa tecnica si è presentato ad Arco (TN) nel 2005 con una mostra di 100 statue, (alcune alte oltre i mt.2), a Berna (CH), a Bressanone (2007) e altrove, ottenendo un grande successo di pubblico.
Nell’ agosto 2008 si presenta con una singolare mostra-performance,(inserita in “Parallel Events to Manifesta7”), presso l’eremo-chiesetta di S. Maria Maddalena, sul m.te Rocchetta di Riva del Garda, intitolata “STORIE DI TERRE”: la cappella è stata allestita con una miriade di sculture-menhir unitamente ad un video che mostrava il suo approccio fecondo con la terra, attraverso la cura dell’orto, la lavorazione della creta, le scoperte archeologiche. Tuttora prosegue la sua attività di ricerca sperimentando varie tecniche con miscele di crete, ingobbi, terre ed ossidi utilizzando un forno ecologico a legna autocostruito, (con la collaborazione di G. Crippa).
Prosegue di pari passo la sua attività espositiva, anche all’estero, alternando il lavoro nel suo orto-giardino-laboratorio.…..all’ombra della torre con vista sul lago.
Opere d'arte:
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Messner Willy
Messner Willy
Willy Messner e nato nella val Gardena. Giá dagli inizi del suo apprendistato in diversi laboratori, Willy sentí il bisogno non solo di portare avanti la tradizionale arte in legno, ma anche di svilupparla e creare un proprio stile. I suoi lavori ricordano in vasto senso la scultura romanica. Per i suoi lavori sceglie pezzi di legno che anche dopo la lavorazione mantengono la loro forma originale.
Suoi presepi sono tipici intagliati nelle basi di radice del noce, come anche lavori scolpiti in bellerophon, pietra calcare nera opaca nella quale l’artista trova nei torrenti di montagna locali. I lavori di Willy Messner sono esclusivamente a mano, accompagnati da un certificato che conferma l’integritá del processo di lavorazione.
Opere d'arte:
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